Dall'impalcatura

Dall'impalcatura di Carlos Maria Alsina

di Carlos Maria Alsina

Regia di Carlos Maria Alsina

Produzione: 2008 - Spettacolo non disponibile

Un uomo solo su un' impalcatura che guarda in giù. Questa è stata la prima immagine che ho "visto" prima di addormentarmi il giorno dopo che una amica architetto mi aveva raccontato un fatto reale: un muratore era precipitato da un'impalcatura perché non aveva voluto lasciare cadere la sua carriola. Chissà quali corde della nostra sensibilità toccano i fatti che ci raccontano per motivarci a scrivere. A me aveva commosso l'attimo nel quale, quell'uomo a me sconosciuto, aveva dubitato fra la sua vita e salvare quello che portava. Da là è nato questo testo teatrale. Da sempre mi hanno affascinato gli antieroi. Quegli esseri anonimi che vivono senza la pretesa di fare qualcosa di straordinario. Sono convinto che tutte le persone abbiano sogni, segreti e speranze. Tutte le vite, anche le più "grigie", hanno qualcosa di meraviglioso dentro di sé, dove il momento poetico esiste, solo che si esprime in modo diverso o poco noto agli altri. Questo testo tenta di essere una riflessione sulla solitudine. Non una riflessione soltanto razionale ma anche emotiva e di "pelle". "Bisogna diventare amico della solitudine perché se no... dice ad un certo momento, il "muratore", personaggio e unico protagonista. Quali sono le strategie per vivere? Cosa facciamo per superare i momenti bui della nostra esistenza e come riusciamo ad andare avanti con la speranza che arriveranno "tempi migliori"? Ognuno avrà la sua risposta. Il nostro personaggio dice spesso: "L'importante è non annoiarsi, non annoiarsi, non annoiarsi...". Il percorso drammaturgico di "Dall'impalcatura" propone umorismo, poesia nella quotidianità, riflessioni essenziali e domande filosofiche fatte di un modo poco solenne. Su 2 metri di larghezza per uno di profondità, sospeso in alto, il personaggio costruisce un mondo accanto a sé. Guarda, ascolta, chiede, annusa tutto quello che c'e lì intorno. L'attore ci farà immaginare e sentire delle cose che ci coinvolgeranno e che sono vicine a ognuno di noi. E lo fa in una maniera semplice, essenziale, senza cadere nella tentazione degli "effetti pirotecnici". Gli oggetti comuni, quotidiani, si trasformano e diventano metafore, simboli. È che la poesia è dappertutto. Anche nelle cose quotidiane.
L'allestimento è spoglio. C'è solo quello che non ha potuto essere cancellato, e la proposta è avvicinare allo spettatore a un momento intimo ed ultimo, unico e meraviglioso, profondo e leggero, poetico ed umoristico. Non c'e bisogno della solennità per comunicare delle cose che ci uniscono e appartengono a tutti. Il teatro può sopravvivere e rimanere come una possibilità di incontro fra gli esseri umani di questo complesso momento storico se è in grado di trasformare una serata in qualcosa di unico, irrepetibile, vitale... Lo "squilibrio" è la sfida. Lo spettatore non dovrebbe uscire del nostro spettacolo uguale a come è entrato. Andrà via "zoppo", ma convinto, tramite il cuore o la testa, che questa sera non si è annoiato.

C.M. Alsina

 

Cast

Lui - Antonio Zanetti

Scenografia Compagnia della Torre
Luci e suoni Paolo Canova
Hanno collaborato Andrea Bestetti, Lorenzo Cinetto, Cristina
Foto di scena Sergio Fante e Agostino Nalon

 

Trailer

 

Gallery